(detto
lo Zoppo). Re di Sicilia. Figlio di Carlo I.
Nominato principe di Salerno nel 1271, sposò Maria d'Ungheria, figlia ed
erede di Stefano V, re d'Ungheria. Vicario del Regno durante la guerra dei
Vespri (1282), fu fatto prigioniero dagli Aragonesi di Sicilia nella battaglia
del golfo di Napoli nel 1284. Rimase prigioniero fino al 1288 e fu incoronato re
nel 1289 da Niccolò IV. La sua attività di re doveva svolgersi
necessariamente secondo la traccia già profondamente segnata da Carlo I:
ampliare il raggio della potenza angioina in Italia e in Oriente e riconquistare
la Sicilia. Innalzò al trono ungherese il figlio Carlo Martello (1290),
mentre in Piemonte la dominazione angioina, quasi completamente smantellata
durante gli ultimi anni del Regno di Carlo I, fu restaurata soltanto al
principio del XIV sec. Fu infatti nel 1304 che
C., volendo dare
consistenza ai domini piemontesi, nominò conte di Piemonte il figlio
Raimondo Berengario, morto immaturamente poco dopo; il re stesso assunse allora
il titolo di conte di Piemonte, conservandolo per l'erede Roberto, cui
appartenne in seguito. Meno fortunata fu la ripresa angioina in Oriente anche
quando, dichiarata decaduta Isabella di Villehardouin col pretesto che sarebbe
passata a nuove nozze con Filippo di Savoia senza il consenso esplicito del re,
il dominio dell'Acaia fu conferito al figlio di quest'ultimo, Filippo, principe
di Taranto. In realtà,
C. fu sempre impegnato a fondo nella guerra
per la Sicilia fino alla pace di Caltabellotta (con cui l'isola fu assegnata
definitivamente agli Aragonesi), e consunse tutte le energie dello stato in tale
programma. Probabilmente, fu proprio per trovare denaro a qualunque costo che
nel 1300 egli compì la distruzione della fiorente colonia saracena di
Lucera (1248-1309).